Con un mese di ritardo rispetto alle previsioni, siamo riusciti a mandare in stampa il nuovo numero (l’ottavo) di “Futuri”, la rivista dell’Italian Institute for the Future. Come spiego nell’editoriale di apertura, la scelta di queste due parole non è casuale, poiché sempre più spesso il progresso tecnoscientifico sembra sfuggire alla logica della responsabilità politica e trasformato in un discorso meramente tecnocratico. Viceversa, proprio in un’epoca di grandi cambiamenti e innovazioni scientifiche, la società civile deve riconquistare il suo ruolo di decisore finale nelle scelte fondamentali di natura sociale, legale, etica e politica legate alla ricerca scientifica e tecnologica.
Una rapida carrellata sui temi: Maurizio Balistreri discute delle conseguenze bioetiche degli scenari futuri legati alla riproduzione umana, Silvano Cacciari analizza come il mondo della finanza si sta trasformando sotto la pressione dei Big Data, Antonio Camorrino riflette sul rapporto tra pensiero scientifico e religioso, Riccardo Campa in due saggi approfondisce le questioni di biopolitica legate alla ricerca sulle cellule staminali, Vincenzo Luise e Letizia Chiappini mettono in discussione la retorica della sharing economy e il lato oscuro della società degli algoritmi, Valentina Prisco affronta il dibattito sulla disoccupazione tecnologica e Tommaso Tosi ci fornisce un quadro completo e rigoroso della robotica militare e del futuro della guerra. Tra gli altri articoli al di fuori del tema di copertina: Lorenzo Fattori ci parla di società post-democratica, Ciro Tuccillo dell’impatto delle migrazioni nella geopolitica del Mediterraneo, Daniele Vazquez di un’alternativa “radicale” agli scenari di conquista dello Spazio, e Mauro Ventola con un lungo saggio riflette sulla “costruzione” del futuro dal punto di vista della psicosintesi. Nel racconto che chiude il numero, Elena Di Fazio ci propone infine una versione alternativa del Risorgimento.