Un po’ di tempo fa Daniele Gambetta mi invitò a presentare un contributo per un’antologia di saggi messa in cantiere dalla collana Eschaton curata da Raffaele Alberto Ventura e pubblicata dalla sempre meritoria casa editrice D Editore di Emmanuele Pilia. Il volume, dal titolo Datacrazia. Politica, cultura algoritmica e conflitti al tempo dei big data, è ora in prevendita e sarà disponibile alla fine di aprile.
Il mio contributo, intitolato L’illusione della psicostoria. Corsi e ricorsi della datificazione della ricerca storica, analizza il tema da una prospettiva obliqua: ho infatti incrociato il mio interesse sull’uso dei Big Data per la previsione con quello sulla storia e la storiografia della Rivoluzione francese, analizzando il modo a mio parere fallace con cui, a partire dai tentativi della “scuola” delle Annales fino alle più recenti applicazione della data analysis, gli storici hanno tentato di spiegare i fenomeni rivoluzionari e le loro cause attraverso la riduzione della complessità a dati semplici da trattare. Quella della “psicostoria”, la celebre scienza fantastica immaginata da Asimov, resta una magnifica illusione che continua a influenzare la nostra società, ma che nasconde nelle sue premesse, come spiego nella conclusione, un pericoloso obiettivo di controllo sociale.
Datacrazia è acquistabile sul sito di D Editore e su Amazon.it.